Ci sono persone che emanano un’energia particolare, che appena le conosci ti avvolgono con le loro idee e ti trasmettono voglia di fare e positività. Angelo Cruciani è sicuramente una di queste.
Sarà il suo modo di parlare, sempre calmo e sereno, saranno i suoi occhi vivaci o la risata sincera, ma Angelo mi ha sempre trasmesso calore ed energia.
Gli stessi che arrivano dalle sue collezioni, così fuori dagli schemi dello stile milanese, con uno spirito ribelle che si fa portavoce di messaggi che trascendono i capi stessi. Non è un caso quindi che il modo migliore per definire Angelo Cruciani sia “communication artist” più che fashion designer.
Lo capiamo meglio in questo botta e risposta in cui si parla della linea Yezael by Angelo Cruciani, ma non solo.
La moda può essere portatrice di molti valori e sono sicuro che fra i designer italiani tu sei uno di quelli che porta molto spesso quello che crede nel suo lavoro.
Quanto sono importanti per te e in che modo ti influenzano concetti come l’uguaglianza, la pace e l’ecologia?
Grazie Stefano per questa domanda: alla base del mio lavoro c’è il messaggio, lo è sempre stato fin da piccolo, dai disegni dell’asilo alle grandi installazioni urbane di oggi.
La mia Moda è una prospettiva possibile, quella del vestirsi di consapevolezze, sprigionando la ribellione adolescenziale: quel coraggio che hanno gli artisti e chi non vede nell’omologazione commerciale una scelta salutare.
Senza promuovere valori e prospettive alternative mi sentirei inutile, ma questa mia scelta spesso non è un arma vincente, quando poi bisogna fare i conti con il mercato.
Io credo che nella moda, il mio ruolo sia quello di proporre differenti valori che ci portino verso la fratellanza.
Secondo te, visto il momento storico particolarmente difficile, alla gente interessa ancora la moda?
In questo momento storico-estetico trovo i vestiti estremamente inutili, ma trovo meravigliosi molti percorsi di ricerca che i miei colleghi fanno.
Io e Demna (Gvasalia, direttore creativo di Balenciaga) facciamo percorsi simili, capovolgendo i valori delle cose e generando una confusione necessaria per ristabilire con il tempo ordini valoriali e priorità estetiche.
Un certo mondo della Moda è finito (anche se non si arrende all’evidenza), ma ce n’è un altro che all’ombra del lusso sta emergendo su nuove basi..
Ti posso chiedere come è cambiata la tua moda dagli inizi?
C’è sempre stato nel tuo lavoro a mio avviso un alto tasso di creatività, ma visto dall’esterno ho come l’impressione che sia cambiato un po’ il tuo target di riferimento, sbaglio?
Da quando 10 anni fa è nato YEZAEL sono stati tantissimi i cambiamenti, a volte influenzati da produttori e soci, altre volte dall’ispirazione e dal flusso naturale che mi trasporta nell’esprimere la mia verità.
Quando il brand è nato si riferiva a degli uomini dandy stravaganti che però con il tempo sono una razza in via di estinzione, così ho trovato spazio nel mondo dell’adolescenza, il mio target con il tempo si è definito sempre meglio: i miei clienti sono soggetti “pericolosi”, pronti al cambiamento e per primi a proporlo, sono angeli coraggiosi.
Negli ultimi anni è cambiato molto il modo di comunicare la moda, però l’utilizzo del web ultimamente mi sembra molto ripetitivo e un po’ statico e in stallo.
Secondo te la moda come verrà comunicata da qui in avanti?
È ancora importante la promozione che avviene attraverso i social?
Per fortuna oggi non è più importante nulla per un designer: la visibilità globale è un ossessione dei grandi marchi di Lusso che hanno bisogno di incrementare fatturati e restituire denaro a investitori e banche, creando prodotti che certificano al cliente il loro stato sociale di benestanti.
Per un designer indipendente la cosa più importante e preziosa è la verità, solo quella è padrona e regina.
Tutto si può reinventare e le nuove generazioni arrivano per questo, per capire e proporre un vedere, intendere e fare diverso dalle prospettive precedenti.
In Italia c’è un Vaticano anche nella moda, dove lo scettro del fatturato diventa prepotenza camuffata da santità.