Sara Sozzani Maino è stata responsabile della sezione Vogue Talents, docente e ora “International new talents and brands Ambassador” della Milano Fashion week.
Ho avuto il piacere di lavorare con lei ed ho sempre apprezzato la sua apertura nei confronti dei giovani creativi, è quindi con una figura importante dell’attuale fashion system che apro lo spazio delle brevi interviste degli style notes su stefanoguerrini.vision.
Chi è oggi secondo te davvero influente della moda?
Credo che oggi siano davvero influenti quelle persone che vogliono portare un cambio nel sistema, nel senso di creare conoscenza e coscienza sul fatto che il mondo della moda debba cambiare, evolversi e pensare ad essere più responsabile. Sono rilevanti tutte quelle persone che stanno realizzando progetti che vogliono promuovere un cambiamento, chi ha deciso di voler prendersi responsabilità e dare voce a chi non ce l’ha, questo nella moda e non solo.
Considerando crisi, sprechi, guerre e così via, alla gente interessa ancora la moda?
La moda interessa ancora, perché la moda comunque comprende ed è dentro a tantissimi fattori, è connessa all’arte, al design.
La moda è fortemente presente nel quotidiano di ognuno e credo non sia più solo legata al comprare e possedere abiti, ma è anche un discorso di punti di punti di vista nuovi, di messaggi.
Sicuramente c’è la crisi, che ci deve insegnare che gli sprechi sono troppi e il rapporto con il nostro guardaroba bisogna rivederlo sotto un altro punto di vista, cercare comunque sempre la qualità e non la quantità.
Come consumatori siamo responsabili dell’acquisto di cose che possiamo conservare nel tempo e di cui sapere da dove arriva e come è stato creato.
La moda interesserà sempre, però deve anche cominciare a pensare che su alcune cose il sistema non funziona più, che deve diventare più responsabile, e quindi che bisogna anche trovare altre vie per comunicare e un modo giusto per dare messaggi di valore, che le nuove generazioni vogliono e cercano.
Anno 2024. Ma la carta stampata non doveva scomparire?
È vero, hanno detto così tanto che doveva scomparire ed invece non è successo.
Credo che oggi i giornali abbiano difficoltà a trovare un proprio pubblico e c’è stata sicuramente una selezione.
Penso siano ancora preziosi quei progetti editoriali capaci di prediligere la qualità alla quantità e che abbiano dei messaggi ben precisi da comunicare.
Quei magazine capaci di abbracciare il cambiamento e con un punto di vista ben preciso.
La diffusione del mondo online e soprattutto dei social network ha fatto sì che il mondo su carta diventasse qualcosa di speciale, con un pubblico ben preciso, di nicchia, quasi come un libro raro, ma non per questo in via d’estinzione.
Anche parlando di carta stampata penso che dobbiamo renderci conto che il sistema è cambiato e certi magazine a cui eravamo abituati un tempo forse adesso non hanno più senso, mentre ne hanno ancora quelli con una qualità e una visione ben precisa.
Sei molto legata alle scuole di moda.
Posso chiederti quale secondo te è il più grande consiglio che si possa dare ad uno studente e quali invece l’insegnamento più importante che hai ricevuto tu?
Amo lavorare con le scuole di moda, l’ho sempre fatto e più che altro amo lavorare con la nuova generazione, con i giovani, perché credo che da loro si possa apprendere sempre tantissimo.
Il mio consiglio a uno studente è sempre di seguire la propria visione, la propria passione, di non scoraggiarsi mai, devono credere in un percorso scelto e voluto, di ascoltare i consigli, ma di seguire sempre il proprio cuore e la propria visione, anche nei momenti più difficili.
Per me è importantissimo confrontarmi con i ragazzi, venire a conoscenza delle loro storie che spesso partono da mondi lontanissimi e culture diverse.
Cercare di conoscerli e abbracciare i loro punti di vista, vedere poi come li esprimono creativamente, è un insegnamento continuo.
Ed è molto arricchente poterli spronare ed aiutarli, accompagnarli, senza mai giudicarli, ma facendo critiche costruttive, perché credo che il costruire sia la cosa più importante.