Con Nicola Bacchilega torniamo con piacere a dare voce sul sito ai giovani designers.
Romagnolo, un curriculum che da Faenza lo ha portato in giro per il mondo a lavorare per nomi importanti e con star famosissime, Nicola in questa nostra chiacchierata parla di resilienza e in effetti io ammiro molto la sua forza d’animo e quello spirito battagliero e di non rinuncia che anche davanti a momenti drammatici, ad esempio quella alluvione che lo scorso maggio gli ha messo letteralmente sott’acqua lo studio e molto del suo lavoro, gli ha sempre fatto rimboccare le maniche.
Un forte legame con le sue radici, ma uno sguardo sui red carpet internazionali, dove i suoi capi e i suoi gioielli si stanno distinguendo con un nome, DEFAÏENCE, che ricorda molto la sua terra d’origine, cita infatti una tecnica di lavorazione della ceramica di Faenza.
Ecco le mie 4 domande a Nicola Bacchilega.
Pur essendo giovane hai esperienze importantissime in questo settore. Posso chiederti cosa hai imparato nei vari passaggi della tua crescita professionale e che cosa hai portato di queste esperienze passate nel tuo attuale brand?
Durante la mia crescita professionale, ho compreso l’importanza della perseveranza e della flessibilità, inoltre ho imparato a come costruire un abito su misura, le varie tecniche di sartoria, segreti che riscopro e riporto ogni giorno sul mio lavoro. Ogni passaggio mi ha insegnato a adattarmi alle sfide, portando così resilienza nel mio attuale brand.
Abbiamo visto Defaience su molti red carpet. Quale pensi sia l’appeal del tuo lavoro per star lontanissime dal mondo in cui Defaience nasce?
L’appeal di Defaience sul red carpet risiede nella sua capacità di unire eleganza e classicità.
Il mio lavoro attinge a esperienze passate, infondendo innovazione e stile in ogni creazione.
Inoltre lavorare al fianco di stylist e celebrità internazionali stimola la mia creatività e ogni abito che realizzo per loro ha un’anima e uno stile unico.
Ci racconti la tua esperienza al Fashion Hub di Milano durante la fashion week di questo febbraio?
La mia esperienza al Fashion Hub di Milano è stata stimolante.
Ho avuto l’opportunità di presentare il mio lavoro a esperti del settore e al pubblico. Durante l’esposizione, ho potuto dialogare e mostrare il brand ai visitatori.
Particolarmente interessanti sono stati i ‘Cross Cultural Conversation’ e i talk con professionisti provenienti da tutto il mondo.
È stato entusiasmante scambiare idee e riflessioni con i talenti creativi che condividevano lo spazio, compresi i reali desideri di affrontare le sfide del cambiamento sostenibile.
Cosa ti auguri per il futuro e ci sveli un tuo sogno?
Per il futuro, spero di vedere il mio brand crescere a livello globale, distribuendo nelle principali capitali della moda e diventando sinonimo di innovazione nella gioielleria.
Il mio sogno è poter viaggiare liberamente, esplorare nuove culture e tecniche di lavorazione, sperimentando e collaborando con realtà artigianali internazionali per promuovere e ispirare lo scambio culturale.