Posso esordire dicendo che io adoro Maria Luisa Frisa?
In passato tutte le volte che l’ho incontrata per le più svariate occasioni, da AltaRoma ad una fiera importante come Pitti, non ho mai perso l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con lei ed uscirne sempre particolarmente arricchito.
Teorica della moda e curatrice, a lei si devono mostre e libri importanti sul sistema moda, La Frisa, come mi piace chiamarla, ha fondato il corso di laurea in design della moda e arti multimediali allo Iuav ed è un vero portento, di idee, progetti, ma soprattutto ha uno sguardo preciso e stimolante sulla moda e sulla nostra società in generale.

Da quali esigenze ha preso forma “Sailor”? Perché è nato?
“Sailor” nasce da una serie di sollecitazioni. “Ma perché non fai un podcast sulla moda?”.
A parte che trovo la mia voce nasale insopportabile! Non volevo fare una semplice serie di storielle sulla moda.
Ero consapevole che avrei dovuto trovare una struttura narrativa che potesse essere interessante per gli ascoltatori e che permettesse a un pubblico vasto, non solo agli addetti ai lavori, di capire la complessità di un sistema che è parte importante delle nostre vite e di entrare nella storia che definirei picaresca della moda italiana.
L’incontro, grazie a Patricia Chendi, con Rossana De Michele di Storielibere e l’amicizia e la stima con Chiara Tagliaferri, con cui da tempo volevamo fare qualcosa insieme, ha prodotto “Sailor”.

Ma, secondo te, visto il momento storico attuale, alla gente interessa ancora la moda?
La moda interessa sempre. È una presenza troppo importante nelle nostre vite.
Perché come ripeto spesso: “parlare di moda non vuol dire parlare di vestiti”.
Anche quando, certe azioni della moda come il consumismo, vengono criticate, nella proposta di comportamenti alternativi si esprime comunque un punto di vista sulla moda.
Perché la moda parla di noi e del nostro stare nel mondo.

Un aggettivo, una parola per ognuno degli ospiti di “Sailor”?
Scusa Stefano ma non riesco a restringere a una parola gli ospiti di “Sailor”.
Forse potrei farti l’elenco degli organi che abbiamo assegnato a ciascuno.
Come sai il sottotitolo di “Sailor” è “Anatomia del corpo attraverso la moda”. Maria Grazia Chiuri: il seno, Alessandro Michele: il cuore, Pierpaolo Piccioli: gli occhi, Francesco Risso: le mani, Nick Cerioni è il Frankenstein che tiene insieme i pezzi, Marco De Vincenzo: il sistema sanguigno, Renzo Rosso: il sedere, Alberta Ferretti: le braccia.
Chi ascolta il podcast sa il perché e chi lo ascolterà capirà il perché.

A quale nuovo progetto sta lavorando “La Frisa”?
La Frisa sta lavorando a una mostra che aprirà a novembre a Roma.
Non è ancora stata comunicata ufficialmente e non posso dire altro se non che sarà memorabile.
Poi a un libro per Einaudi. Per l’esattezza a una raccolta di testi.

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