Partiamo dal presupposto che è difficile dare una definizione di Andrea Marcaccini.
Io l’ho conosciuto anni fa su un set, lui nel ruolo di modello, io in quello di stylist, ma quando lo incontri oltre a notare la sua indubbia avvenenza, capisci subito che dietro la bella immagine c’è una complessità, che nasce probabilmente dai molteplici mondi che Andrea porta in sé, e su di sé, visti i tanti tatuaggi.
Il suo lavoro di modello è arrivato dopo studi in criminologia e la sua carriera nella moda si è contraddistinta proprio per il suo essere fuori dagli schemi con questa sua immagine un po’ grunge, molto dandy, da viaggiatore del mondo.
Ma la voglia di conoscere e di raccontare che si porta dentro ha condotto Marcaccini verso l’arte e il design.
Indole da imprenditore e mente creativa rendono Andrea Marcaccini una figura poliedrica, un pioniere dall’animo profondo ed inquieto, sempre proiettato verso il futuro.
Hai fatto il modello per tanti anni. Avuto molte vicissitudini e conosciuto vari mondi, compreso quello televisivo e quello dell’arte. Quali sono i più importanti insegnamenti ricevuti? E la soddisfazione più grande?
Ho avuto l’opportunità di esplorare diversi ambiti, iniziando dalla moda per arrivare alla televisione e all’arte. I più grandi insegnamenti li ho ricevuti dalle esperienze vissute in prima persona e dagli incontri fortuiti, sia professionali che personali. Potrei elencare una serie infinita di lezioni, ma gli insegnamenti che mi sono rimasti più impressi sono quelli apparentemente più semplici, ma allo stesso tempo difficili da seguire: il rispetto degli spazi altrui, mantenere i piedi per terra e lasciare spazio alla creatività, all’immaginazione e alle idee di tutti.
Le soddisfazioni più grandi le ho avute nel non aver mai tradito i valori trasmessi dalla mia famiglia. Ho raggiunto traguardi significativi “per me”, partendo da zero e superando gli ostacoli incontrati lungo il percorso.
Quali sono i punti in comune fra moda e arte e cosa hai trovato nell’arte che non hai avuto dalla moda?
A mio avviso, il fulcro tra moda e arte è la creatività. Ho costruito la mia immagine di modello partendo da un look classico, fino ad arrivare a uno stile che alcuni definirebbero dandy (anche se non sposo completamente la definizione perchè non mi vedo raffigurato appieno). Questo aspetto è stato oggetto di molte discussioni, dato che non era ancora comune nel mondo della moda accettare tatuaggi e barba. Mi sono spesso scontrato con pareri contrari, che mi sconsigliavano di adottare questi tratti distintivi, considerando le richieste e le tendenze del mercato.
Lo stesso spirito l’ho portato nell’arte, anticipando il fenomeno degli NFT, creando tavole digitali in un momento in cui l’arte digitale era ancora poco esplorata.
Ho anche proposto soluzioni artistiche innovative, come opere retroilluminate che uniscono design e arte, valorizzando l’illuminazione soffusa in ambienti bui.
Ho avuto l’opportunità di collaborare in ambito fashion e design, cercando di sfidare le convenzioni contemporanee.
Rispondendo alla domanda su cosa ho trovato nell’arte che non ho trovato nella moda, ti direi: la pazienza.
La moda è un ambiente frenetico, le stagioni cambiano rapidamente e non sempre si ha il tempo di assaporare ciò che accade. L’arte, al contrario, si nutre di attesa e riflessione.
Quali sono i più grandi cambiamenti che hai visto accadere in questi mondi, moda e arte, e come vedi le nuove generazioni che si affacciano al tuo mestiere?
I cambiamenti più significativi che ho osservato in questi settori, li vedo principalmente nel concetto di inclusività e nei cambiamenti stilistici in atto. Stiamo passando dal classicismo a interpretazioni più astratte, urbane e allusive, con una sensibilità più profonda e intangibile.
Ai giovani che si avvicinano a questi mondi, consiglio di concentrarsi sull’aspetto noumenico e creativo che sta dietro a ogni progetto.
È importante non fermarsi all’apparenza, ma usare l’ingegno per elaborare visioni nuove e originali. È essenziale non omogeneizzarsi troppo.
Ci racconti un progetto al quale stai lavorando e un sogno nel cassetto?
Recentemente, ho intrapreso varie collaborazioni grafiche e stilistiche con diversi brand, e ho deciso di tornare a studiare presso l’Accademia di Belle Arti di Rimini, specializzandomi in Fashion Design.
Si tratta di una nuova esperienza che sentivo mancare nel mio percorso, un’opportunità per trovare nuovi stimoli e chiavi interpretative per le diverse attività che svolgo.
Per quanto riguarda il mio sogno nel cassetto, preferisco tenerlo riservato, anche se posso dire che mi entusiasma l’idea di collaborare con brand e personalità eclettiche.