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Yuhe by Yuhe: Quando Oriente e Occidente si incontrano

Il giovane Yuhe Zago, cinese ma con studi al Politecnico di Milano, presenta la sua collezione Yuhe by Yuhe, fra sartoriale e genderless

Di Stefano Guerrini 7 settembre 2023
Yuhe by Yuhe: Quando Oriente e Occidente si incontrano- immagine 2

Milanese d'adozione Yuhe Zhao, non ancora trentenne, è nato ventisette anni fa a Yantai. Dalla natia Cina, dove ha iniziato i suoi studi di moda, si è poi specializzato in Fashion Design al Politecnico del capoluogo lombardo. Un amore per la nostra cultura, ma anche un certo interesse per il sistema moda occidentale, lo ha spinto a stabilire il suo business proprio a Milano, dove Yuhe by Yuhe è diventato uno dei "best kept secret" fra gli stylist più cool e attenti

Le linee essenziali e sartoriali del brand sono trasgredite dagli elementi decorativi che aggiungono un tocco massimalista, mentre i tagli giungono inaspettati a flirtare con silhouette sospese fra passato e futuro. La ricerca del designer riesce a coniugare alla perfezione le sue origini orientali e il percorso di studi occidentale, con un risultato all'insegna del genderless e di una idea di moda concreta, ma con picchi creativi che affascinano. Abbiamo incontrato Yuhe Zhao per conoscere meglio il suo mondo.

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Un ritratto di Yuhe Zhao.

Potresti dirmi quando è iniziato questo viaggio nella moda? Quando ti sei avvicinato per la prima volta a questo tipo di creatività?

Penso che il mio primo contatto con la moda sia avvenuto durante i miei studi universitari, dove mi sono specializzato in sartoria e modellistica. Quello è stato l’inizio della mia vera comprensione della moda. Quando avevo 6 o 7 anni vedevo le sfilate in TV e rimanevo affascinato da quella creatività e dal modo in cui le collezioni venivano presentate. Ogni volta che vedevo questi programmi, li fissavo sempre a lungo. Anche se all'epoca non riuscivo a capire molto, è stato il germe per me per avvicinarmi poi realmente al mondo della moda.

Potresti descriverci il tuo stile? Perché quando guardo il tuo lavoro vedo qualcosa di molto puro e lineare, ma allo stesso tempo non potrei descriverlo come minimalista…Non penso che il mio stile sia minimalista, ma sono influenzato dagli artisti minimalisti. Mi piace mettere qualcosa di più personale in un design puro e lineare, spero di renderlo un po' diverso. E la mia ispirazione di solito viene dalle mie esperienze di vita, quindi spero che il mio stile possa essere gentile, romantico, rilassante e persino sexy ed emozionale. 

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Raccontami qualcosa delle tue radici. Quanto sono utili per il tuo lavoro? Cosa hai imparato invece dall’approccio sartoriale italiano e dal sistema moda europeo?

Sono nato e cresciuto a Yantai, in Cina, una bellissima città costiera, ma non c'è moda in una città così. Pertanto, dopo essermi diplomato, sono andato in altre città per studiare moda, come Xi'an, Pechino, Guangzhou, Shanghai e così via. Ho imparato molto riguardo la tecnologia per realizzare abiti e ho avuto modo di entrare in contatto con l'industria della moda in Cina. Lo studio e l'esperienza di vita a Milano, in Italia, mi hanno concesso una comprensione più internazionale del settore della moda e mi hanno permesso di avere un'esposizione più ravvicinata allo stile. Ho una conoscenza più profonda dell'approccio sartoriale italiano e ho visto molta innovazione e artigianalità nelle silhouette degli abiti. Inoltre, sono sempre stato pazzo per l’arte europea, fin da quando ero più giovane, e la cultura artistica qui è molto forte, il che ha avuto un impatto sottile sulla mia estetica, dandomi un senso di appartenenza, sia esteticamente, sia spiritualmente. Per me, sono tutte esperienze utili, che mi hanno plasmato come sono ora. 

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Un'altra cosa che mi è chiara del tuo lavoro è che non ti piace considerare un genere specifico e ciò che può essere indossato da un uomo, può essere indossato anche da una donna. Perché questo e cosa ne pensi in generale di un approccio genderless alla moda?

Ai miei occhi, la cosa più importante quando si indossano dei vestiti è divertirsi nell'indossarli, senza tante costrizioni, perché mettersi in mostra è l'unico modo per spiegare chi siamo. Credo che la moda genderless sia una forma di libertà, l'espressione di un individuo, e non dovremmo nascere per seguire le norme stabilite dal gruppo. Il genderless non è solo una rivoluzione estetica, ma anche una rivoluzione di pensiero. La crescente accettazione di un approccio “genderless” da parte di un numero sempre maggiore di persone indica che quest’era sta diventando più inclusiva ed equa.

Dove trovi ispirazione per il tuo lavoro? Quali altri amori hai? Cosa o chi può influenzare la tua creatività?

Posso trovare ispirazione da molti luoghi, a volte nei film, nella musica, nella cultura tradizionale o in un ricordo. Una volta ho creato diverse collezioni con la tecnica del ricamo in lana per esplorare la cultura tradizionale cinese, e ho anche combinato la cultura cyberpunk di cui vado pazzo con il fashion design. Di solito mi piacciono la musica e i film, e mi piace anche provare cose che non ho mai fatto prima, perché le cose nuove mi mantengono creativo ed energico. Inoltre, anche le mostre d’arte e di design mi forniscono ispirazione. E designer eccellenti come Alexander McQueen, Raf Simons, Fengchenwang, il loro talento mi ha sempre ispirato. Anche artisti come Lady Gaga o l’italiano Irama possono essere ottime muse ispiratrici. Ed essere un’ottima fonte d’ispirazione.

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Puoi darmi la tua definizione di eleganza? E cos'è per te la bellezza?

Credo che l'eleganza non significhi attirare l'attenzione con grande clamore, ma riscaldare e cambiare silenziosamente l'intera atmosfera, ed è la presenza naturale del DNA. Penso che chiunque sia fiducioso, coraggioso, gentile e positivo sia bello.

La tua base di lavoro è a Milano. Dimmi qualcosa che ami di questa città.

Milano è una città con una forte atmosfera artistica e un'industria della moda ben sviluppata. Ho fatto amicizia con molti italiani, tutti sono adorabili e amichevoli con me, mi hanno reso coraggioso, mi hanno fatto essere me stesso e mi hanno permesso di liberarmi gradualmente della paura sociale. Quindi ho scelto di lanciare il mio brand a Milano, che è anche un segno importante per me per questa città.

Sogni e progetti per il futuro?

Presenterò una nuova collezione del mio marchio nei prossimi mesi, amplierò anche la linea di vendita e la lancerò l'anno prossimo. Il mio sogno è creare una fondazione utilizzando i profitti del marchio per aiutare coloro che soffrono di problemi di salute mentale.

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