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Florania: I “valori” della moda giovane

Conosciamo il mondo inclusivo, eco-friendly e no gender del nuovo brand Florania

Di Stefano Guerrini 12 ottobre 2023
Florania: I “valori” della moda giovane- immagine 2

Una delle domande che pongo più spesso ai giovani designer è da dove nasca una collezione, da quali idee e quali input ispirativi prenda forma, questo perché sono estremamente affascinato dal mondo culturale ed intellettuale che c'è dietro al lavoro di chi fa parte di questo sistema. Non c'è solo un preciso know how, ma c'è anche un'attenzione costante nei confronti di tutto ciò che ci circonda, delle antenne ben alte sul mondo, pronte a cogliere movimenti, sfumature, colori.

Così quando leggo che una collezione è ispirata a film di un genio come Kubrick e che racconta un mondo senza tempo immaginato nella "Grotta" del giardino segreto di Palazzo Te di Mantova, non posso che provare interesse e curiosità. La linea che per la primavera/estate 2024 evoca un ambiente marittimo di transizione tra metafisiche e spirituali, capace di mescolare mondi e bisogni diversi, è quella creata da Florania, volume altrettanto educativo e curioso, dietro al quale non si cela una persona sola.

Il marchio fondato da Flora Rabitti in realtà si propone sempre come un team, perché Flora ne è sì il creative director, ma accanto a lei l'art director Fabio D'Onofrio, la partner e production manager Gloria Costani e la modellista Matilde Pelizzoni. Affascinato dalla filosofia del brand che parla di inclusivitá, di non credere nelle barriere di genere, della voglia di creare un dialogo fra creatività, tecnologia ed ecologia, ha raggiunto Flora per farmi meglio raccontare questo mondo capace di unire moda e ideali.

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Un ritratto di Flora Rabitti.

Flora, ti ho lasciato sui banchi dello IED di Milano come studentessa attenta e preparata, ti ritrovo ora con un progetto tuo. Mi racconti come è nato il tuo amore per la moda e come sei arrivata a Florania?

Grazie Stefano! Posso dire che mi ha trainato essere cresciuta inventandomi i miei giochi: da piccola creavo un po’ i miei mondi con cui giocare, fatti di disegni, bambole cucite e vestite da me, animaletti vari, travestimenti. Durante la mia formazione, al liceo classico di Mantova, ho avuto un lungo periodo punk e poi rockabilly, in cui mi creavo i vestiti. Ho poi scelto Design della Moda allo IED di Milano e ho scoperto, solo una volta lì, che era proprio quello di cui ero più appassionata.

Mi racconti meglio la collezione? Da quali input ispirativi nasce? Quali altri mondi sono in grado di influenzarti? Quali i personaggi che in qualche modo ti hanno guidato e ispirato?

Questa collezione per la s/s 24 è ispirata alla 'Grotta' del Giardino Segreto di 'Palazzo Te' di Mantova, la mia città natale. La “Grotta” è una parte del Giardino Segreto della villa manierista, ricoperta di conchiglie e incrostazioni, che rappresentava un ambiente marittimo sotterraneo.

Abbiamo immaginato un ambiente di transizione tra realtà fisiche e spirituali, dove mondi di culture e visioni diverse si mescolano e si intrecciano come in una città portuale. Più in generale la cinematografia è sempre presente nei nostri riferimenti: per questa stagione, abbiamo scelto "Querelle de Brest" di Fassbinder, "Barry Lindon" di Kubrick, "Tess" di Polanski.

I personaggi che mi ispirano, oltre ad icone come Vivienne, Miuccia, Margiela e Olivier Theyskens, sono artisti giapponesi come Myazaki e Aquirax Uno. Ho avuto molti mentori, sia all’interno di uffici di design, sia come illustratrice. Sono stata fortunata! Per accogliere gli input dall’esterno, bisogna essere curiosi e pronti ad imparare cose sempre diverse, fino ad avere una visione ampia del processo di creazione.

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Una cosa che mi ha colpito è che a differenza di molti tuoi colleghi tu espliciti chiaramente che non sei l'unica persona dietro a Florania e che hai altre professionalità a tuo fianco. Perché hai deciso di avere questo approccio?

Ci tengo, perché ho incontrato persone che danno un grandissimo contributo all’attività. Inoltre, rispetto ad uffici più gerarchici in cui l’impegno delle persone viene oscurato secondo uno schema piramidale, in Florania vorrei che tutti crescessero e che ci fosse sempre uno spazio per il confronto.

Quali sono gli aspetti positivi di essere un giovane designer nella scena creativa contemporanea? 

I momenti più belli sono successi quando si pensa di agire underground, di stare lavorando per se stessi e per la propria piccola collettività, mentre poi si scopre di stare parlando a molte più persone. Di stare creando, nel nostro piccolo, un nuovo linguaggio.

Il riconoscimento da parte di grandi istituzioni, come la Camera della Moda o le testate italiane, ci ha dato la spinta per aumentare sempre di più il livello.

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Cosa invece pensi rappresenti un limite e Cosa pensi si potrebbe fare di più per i designer e brand emergenti?

Il problema più grande sono sicuramente i fondi. Stiamo capendo come fruttare al meglio quello che abbiamo ottenuto ad oggi, tra fondi come il Grant (‘Design for change’ prize di CNMI Fashion Trust e Max&Co.) e tra altre consulenze e vendite. Vorremmo espanderci verso l'industrializzazione consapevole e creare uno spazio di moda circolare su Milano: uno spunto per un impatto positivo anche nel quartiere/città.

Che cosa hai imparato in questi anni di lavoro nel fashion system e cosa in particolare da quando è iniziata l'avventura del tuo marchio?

Ho avuto dei grandi maestri, lavorando da Miu Miu, Alberta Ferretti, Rossella Jardini e Vitelli. Ho imparato che, da radicale come un po’ sono, lottare per le mie idee è ancora molto difficile. Per fortuna, però, posso spesso collaborare con team incredibili, con cui creare insieme una propulsione verso un futuro circolare! Come da Florania, nel nostro piccolo, o da Max&Co., con cui stiamo facendo una capsule collection, in vendita il prossimo anno.

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Quanto è ancora importante per un giovane designer l'obiettivo di sfilare? È un pensiero che hai quello di portare il tuo lavoro a sfilare?

Mi piacerebbe moltissimo. Penso che sia interessante anche creare performance, momenti evocativi tra moda e teatro, o installazioni. Le sfilate sono belle, ma se non sei un nome potentissimo, non dai a professionisti del settore la possibilità di vedere le tue cose, perchè si trovano di fronte ad una scelta.

Che cos'è l'eleganza per te? Cos'è invece la bellezza?

L’eleganza è il dettaglio e la nonchalance. E la cultura. La bellezza è il mistero.

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